Autentica trionfatrice della serata è la deliziosa Adina di Lisette Oropesa, che coinvolge, commuove, seduce. È perfetta per l’irresistibile physique du rôle, valorizzato dagli adorabili costumi di Claudia Pernigotti, ma soprattutto per una vocalità che, perfettamente centrata per i passaggi più leggeri, valorizza le screziature di una pasta omogenea, malleabile, sontuosamente governata. Non è certo la sortita delle “Fragolette fortunate” a porle problemi, semmai permettendole di delineare un personaggio civettuolo e bamboleggiante ma con grazia; ma dove sorprende è nel finale, perché – già a partire dal Quartetto – perfettamente comprende l’improvviso viraggio verso un patetismo più pronunciato e poi – dopo l’agnizione – verso l’inattesa felicità finale. La Oropesa è perfettamente consapevole di questo scarto di registri e, con ironia ma senza calcare la mano, fa del suo risveglio dopo lo svenimento quasi una pagina preparatoria della Sonnambula. Tanto più le si attagliano le agilità di forza e la grammatica del Rossini serio quanto più risulta vittoriosa negli autentici fuochi d’artificio della rutilante, spettacolare cabaletta finale, in cui sormonta acrobazie d’ogni sorta – anche fisiche, mentre s’inerpica sulla torta – per esprimere una gioia ritrovata e condivisa.
The true star of the evening is the delightful Adina of Lisette Oropesa, who engages, touches, and seduces. She is perfect for the irresistible physicality of the role, enhanced by the adorable costumes of Claudia Pernigotti, but above all for a vocal quality that, perfectly centered for the lighter passages, highlights the nuances of a homogeneous, malleable, sumptuously controlled voice. Certainly, the entrance of the "Fortunate Strawberries" poses no problem for her, instead allowing her to outline a flirtatious and playful character with grace; but she astonishes in the finale because – starting from the Quartet – she perfectly understands the sudden shift towards a more pronounced pathos and then – after the recognition scene – towards the unexpected final happiness. Oropesa is perfectly aware of this shift in registers and, with irony but without overdoing it, makes her awakening after fainting almost a preparatory page for La Sonnambula. The agility of strength and the grammar of serious Rossini suit her all the more as she triumphs in the authentic fireworks of the dazzling, spectacular final cabaletta, in which she overcomes all sorts of acrobatics – even physical ones, as she climbs onto the cake – to express a joy rediscovered and shared.
— Giuseppe Montemagno • Conessi all'Opera