Opera Wire - 11 Singers who had a year to remember
OperaWire gives Lisette the #1 position on singers who had a year to remember for 2018!
August 14th, 4:00pm
Lisette Oropesa appears in a concert at the Teatro Rossini with the Filarmonica Gioachino Rossini, conducted by Christoper Franklin.
W.A Mozart
"Idomoneo"
Ouverture
Padre, germani, addio
G. Verdi
"I Vespri sicilani"
Sinfonia
"I Masnadieri"
Tu del mio Carlo al seno
G. Meyerbeer
"Margherita d'Anjou"
Sinfonia Militare
"Robert le Diable"
Robert, toi que j'aime
G. Bizet
"Les Pëcheurs de perles"
Comme autrefois
C. Saint-Saëns
Vocalise
"Le rossignol et la rose"
G. Rossini
"Tancredi"
Sinfonia
Come dolce all'alma mia
"Il turco in Italia"
Squallida veste e bruna
OperaWire gives Lisette the #1 position on singers who had a year to remember for 2018!
Interview with Lisette in Vanity Fair
Lisette is interviewed in Connessi all'Opera
Lisette Oropesa interviewed with Rossini America
PESARO – Meditativa prima, poi appassionata, frizzante, esuberante, scatenata, travolgente, incontenibile. Lisette Oropesa, soprano statunitense nata a New Orleans, in Luisiana, dove si respira cultura europea, soprattutto francese, è stata protagonista di uno dei concerti più memorabili nella storia del Rossini Opera Festival, che pure nei suoi 39 anni di momenti indimenticabili ne ha vissuti un’infinità.
Mancava un concerto come quello della protagonista di Adina che non ha tradito le grandi attese.
— Luciano Murgia • pu24.it
Sottile con il fisico da cui proviene sembra la voce di Lisette Oropesa, ma questo con questo filo l'artista sa tessere trine preziose, ricami e trasparenze, giocare in un'ampia gamma dinamica; scala caparbia le vette del pentagramma, e quando sembra che il suono possa essere un po' dritto e rischiare d'indurirsi, stupisce modulandolo con decisione. Così, ancora una volta non è un qualche arcano incanto timbrico o coloristico a colpire nell'astrazione del vocalizzo Le rossignol et la rose di Saint-Saëns, bensì, si direbbe, il suo contrario, un suono quasi prosciugato all'essenza e di lì condotto nelle volute della coloratura estetizzante del secondo Ottocento. Non trascendentale, affabile, piuttosto, fine, sciolta, duttile e sicura. Quando, poi, in chiusura di programma, torna al belcanto italiano con un omaggio a Rossini, la leggerezza fanciullesca si riarrotonda per offrire una piacevole, sognante Amenaide (“Come dolce all'alma mia”) e una Fiorilla (“Squallida veste e bruna”) debitamente ardita nei virtuosismi. Fra applausi calorosissimi, Juliette tornerà a dimostrare l'affinità del soprano con il repertorio francese e Violetta la sicurezza della preparazione anche in un cimento dei più insidiosi.
— Roberta Pedrotti • L'ape musicale
La franchezza e la freschezza del materiale, la superiore capacità di emozionare e l’ottimo dominio tecnico vanno al di là – o forse al di qua – della lezione callassiana: ricordano la bellezza di una Moffo come l’empito rigoglioso della miglior Caballé. O, forse, semplicemente di Lisette Oropesa: che a Pesaro si inscrive nel firmamento delle certezze del repertorio lirico e serenamente vi brilla all’ombra dell’“astro maggior” di Gioachino Rossini.
— Giuseppe Montemagno • Conessi all'Opera
Qui la Oropesa (che debutterà nel ruolo di Isabelle nella prossima stagione a Bruxelles) metteva in mostra tutto il suo migliore armamentario: purezza del legato, espressività contenuta eppure di grande impatto, sicurezza assoluta dell’emissione con pianissimi eterei in zona acuta, trillo da belcantista provetta e variazioni ardite mutuate dalla Sills del disco di arie francesi di fine anni sessanta, ricevendo un tripudio di applausi.
— Silvano Capecchi • Opera Click